stampa tipografia

La tecnica di stampa rilievografica, comunemente chiamata tipografica o tipografia, è stata la prima tecnica e risale ad epoche remote utilizzata tipicamente per la decorazione dei tessuti. Per la riproduzione dei testi, nel quindicesimo secolo Giovanni Gutemberg la reinventò con i caratteri mobili.


Per spiegare le caratteristiche delle stampe ottenute con questa tecnica, spieghiamo qui di seguito il procedimento di stampa utilizzando termini molto semplificati per essere più chiari con chi non è del settore.


E’ chiamata rilievografica semplicemente perché ciò che verrà stampato, i grafismi (caratteri o incisioni)nella matrice sono in rilievo. Una volta inchiostrata la matrice, sulla stessa viene appoggiato il foglio di carta, subirà la pressione del torchio e riceverà l’inchiostro dalla matrice.


La caratteristica più evidente della stampa tipografica è che sul retro del foglio si possono notare dei leggeri rilievi dati dalla pressione del torchio. Scorrendo con le dita potrai avvertire in entrambi i lati del foglio, la scrittura, i disegni e quant’altro impresso sulla carta.


Il nero della stampa risulta molto più intenso di quelli stampati con tecnica off-set o digitale: analizzandola con il “contafili”, un caratteristico lentino, puoi notare la penetrazione del carattere nel supporto.


L’originalità della tecnica utilizzata è confermata anche da un leggero accumulo di inchiostro nella periferia del carattere e dai bordi ben definiti.


Queste caratteristiche, se esagerate, diventano difetti, ma se controllate ne esaltano e sottolineano il pregio.

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